PAOLO CAPPUCCIO
Passione, tecnica, rigore, ricerca e gusto sono i cinque ingredienti fondamentali della sua cucina, conditi da un pizzico di follia mediterranea, che ogni mattina cerca di portare in cucina e di condividere con i suoi cuochi.
L’executive chef Paolo Cappuccio segue la vocazione per la cucina sin dall’età di 14 anni. Inizia frequentando corsi presso diverse scuole, tra cui la Lenotre di Parigi, dove conosce il grande Chef Joel Robuchon. Lavora in giro per l’Europa senza mai perdere il contatto con le realtà più importanti della gastronomia mondiale. Tra le sue esperienze formative figurano quelle italiane presso il Milano Palace Hotel, al Grand Hotel des Bains a Venezia, e ancora a Portofino all’Hotel Splendido, a Cortina al Grand Hotel Miramonti, in Val Gardena all’Alpen Plaza.
All’estero ha prestato servizio in Costa Smeralda, a Malta presso il Westin Palace Hotel, in Svizzera, a New York da Cipriani restaurant, in Francia al ristorante La Cendrèe, e a Cap Marten al ristorante Le Roc Marten. A Chateaux Neuf du Pape conosce Chef di fama mondiale come Alain Ducasse, Paul Pommel e con loro condivide molti aspetti della cucina internazionale e mediterranea e ne fa tesoro.
Rientra in Italia dove trascorre due anni a Milano in un’azienda di banqueting e catering prestigiosa che servivano le grandi firme di alta moda. Dopo anni passati ai fornelli di prestigiosi ristoranti italiani e francesi, nel 2005 è approdato a Madonna di Campiglio dove ha iniziato a stilare menu a base di pesce di mare.
La guida Michelin nel 2009 ha scelto di premiarlo con l’ambita stella. Dal 2008 è food designer per un noto marchio di orologi svizzeri, che lo ha portato ad organizzare grandi eventi legati alla nautica in giro per l’Italia.
Paolo Cappuccio è anche docente di cucina mediterranea, finger food e lavorazione del foie gras presso la Cast Alimenti di Brescia. È autore di diverse pubblicazioni gastronomiche, tra cui Cucina mediterranea in alta quota per Gribaudo nel 2008, La cucina di Pesci e Crostacei e Finger Food D’autore per Italian Gourmet nel 2017 e 2020.
Definisce la sua cucina colorata, vivace, intrigante, nonché frutto di continua ricerca, intraprendenza gastronomica e curiosità, che rivive nel desiderio costante di provare nuovi abbinamenti. Del resto, la cucina è come la vita: non si finisce mai di imparare o di scoprire qualcosa di nuovo!